
Grazie di cuore a Massimo Salari per avermi inserito a pag.122 del suo libro sul Rock Progressivo Italiano (1980/2013), ... Vedi
Bene! (come approcciò Émile Zola, ad esempio, nel suo “Romanzo sperimentale”del 1880...): all'interno di questo mio lungo percorso cantautorale, coerentemente con le tematiche osservate nella natura dei comportamenti umani e messi in esperienza tramite l'elaborazione di poesie in musica, posso augurarmi all'età di 45 anni che, ascoltando le mie canzoni, vi rimanga qualcosa nel cuore.
A dispetto della scarsissima visibilità rilevata tra i visitatori dei miei videoclips, non dispero affatto. Non mi ritengo un fallito: la musica, in sostanza, non mi è stata tolta ma trasformata. Tuttavia malgrado mi si consigli di ritenerla un “hobby” abbandonando l'idea che possa essere ancora definita un professione, sono convintissimo che molti comprendono e seguono anche silenziosamente gli sviluppi della felice marginalità discografica del sottoscritto. Semplicemente curo la continuità fra un lavoro e l'altro consapevole che il mondo della musica ha ormai sostituito le fodere ai padiglioni auricolari.
Per 30 anni ho sempre dovuto lavorare da solo nell'intera produzione della mia musica, investire e studiare dei piani di risparmio dandomi dei “limiti inflazionistici”. Non ho mai perseverato liberamente nell'eroica via del “One Man Band”.
Puntualmente mi sono visto costretto ad accollarmi l'intera responsabilità dei progetti. Nella mia “carriera meddiana paralternativa” ho dedicato molte energie in diversi progetti che interessano la Lirica, il sinfonismo, il Pop, il Rock, la Fusion, il Rock Progressivo, la musica pianistica e organistica, eccetera.
Il metodo (severo), il medesimo: argomento (letterario, poetico,storico, grottesco...) = genere musicale pertinente. A motivo di tale equazione, da parte mia condotta con la più naturale sincerità e temperata autocritica, sono stato dipinto in modi differenti.
Potremmo dirla alla Vittorio Alfieri: “Volli, sempre volli, fortissimamente volli! ”.